Rimasta incompiuta alla morte del suo autore nel 1924, Turandot, l'opera più ambiziosa di Puccini, fu destinata a diventare l'estremo capolavoro della "Grande Tradizione" dell'opera italiana, e allo stesso tempo una pietra miliare nell'eterogeneo panorama del Novecento musicale. In questo affascinante ed esauriente studio, scritto a quattro mani da due dei più insigni rappresentanti della musicologia internazionale, gli autori ripercorrono le fonti dell'opera e le precedenti realizzazioni musicali del soggetto, analizzando in dettaglio la travagliata genesi del libretto e della partitura, oltre che la geniale commistione di elementi moderni e orientaleggianti con retaggi del romanticismo musicale. L'edizione italiana si arricchisce di ampliamenti e aggiornamenti di Harold Powers, nonché di un saggio in appendice che analizza il nuovo finale composto da Luciano Berio alla soglia del Duemila.