La musica come memoria dei due più sanguinosi conflitti del ventesimo secolo. Ma esiste un canone alto di composizioni musicali scritte per commemorare questi eventi bellici? Tombeaux risponde mettendo sui piatti della bilancia la chimera dell'egoismo e il carico del dolore nella guerra moderna. Il War Requiem di Benjamin Britten incombe per tutto il libro, ma ai suoi piedi prende lentamente forma il cospetto di composizioni che ne annunciavano l'avvento: tessere di puzzle sparpagliate, se non dalla furia del tempo, dallo sgomento di dover altrimenti riconoscere il nesso senza tempo di guerra e lutto. Ravvisando nel pianto il tema che accomuna voci musicali disperse ai quattro angoli della vecchia Europa scossa da un trentennio di violenza (1914-1945), l'autore di questo libro varca con disinvoltura i mobili confini delle trincee e dei trinceramenti culturali, e illumina inattese convergenze espressive. Il racconto di quella storia di miseria umana e di riscatto intellettuale avanza lungo il progressivo e parallelo affermarsi, in cinquant'anni di musica, dei versi di Wilfred Owen e di Walt Whitman.