Bianca Maria Antolini, Per un recupero di un'identità culturale nazionale fra musica, arte e letteratura: le celebrazioni dantesche del 1865
Nel 1865 il sesto centenario della nascita di Dante venne celebrato in tutta Italia con feste grandiose, che in alcuni casi assunsero un significato dichiaratamente politico. In particolare a Firenze - capitale d'Italia e promotrice di un articolato programma di manifestazioni - si celebrò in Dante "il profeta dell'Italia presente, il fondatore dell'Unità nazionale". La musica ebbe una parte rilevante nelle feste fiorentine del 14, 15 e 16 maggio 1865, non solo con una profusione di cori di contenuto patriottico eseguiti da masse corali di centinaia di persone, ma con la prima esecuzione di una nuova sinfonia ispirata alla Divina Commedia, composta da Giovanni Pacini.
Nello stesso 1865 a Roma si costituiva la Società della Galleria dantesca, con cui l'imprenditore Romualdo Gentilucci intendeva costruire un monumento perenne a Dante, poeta universale, attraverso l'esposizione di 27 grandi tele raffiguranti episodi della Divina Commedia in una sala in cui si sarebbero eseguite composizioni musicali, così celebrando nel nome di Dante l'unione fra le arti. Per l'inaugurazione della Galleria dantesca, il 26 febbraio 1866 venne eseguita la sinfonia Dante di Franz Liszt.
Sia a Firenze sia a Roma, pur nella diversità dell'impostazione ideologica delle celebrazioni, dettata dalle differenti condizioni politiche delle due città, la musica per le feste dantesche scelse il sinfonismo (e non il melodramma!) come mezzo privilegiato per celebrare Dante: a Firenze si volle fondare una via italiana al sinfonismo, con la scelta dell'argomento dantesco "popolare, e italiano"; a Roma si cercò l'unione di arte italiana e arte tedesca, nell'intento di mettersi al passo con le più recenti esperienze della musica europea.
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