Delusion
Poeta, violinista, cantante, scultrice, video artista, performer, ecco alcune delle definizioni che sono state date di Laurie Anderson. Lei si dice una "story teller", e con "Delusion" arriva uno dei suoi spettacoli che esprime al meglio il talento originale come narratrice di storie: la capacità di raccontare per immagini, suoni, parole, linguaggi.
Dai sogni alla morte: i cani, la luna, le incongruenze del vocabolario, la politica, le password e i nomi. Tra mito e quotidianità, "Delusion" articola in diversi quadri una meditazione sulle parole e le cose, sulla vita e il linguaggio. Il tutto tra la video-installazione, il concerto e il monologo, sintomo di una personalità che ha fatto dell'irrequietezza stilistica la sua raison d'être.
Anderson infatti conosce anche i confini espressivi più sottili: quando parla è sempre sull'orlo di cantare e viceversa; la cadenza della voce, calda e sussurrata, grazie all'elettronica si trasforma in autoritaria e maschile, e in "Delusion" le due frequenze si concederanno dei dialoghi. La sua poetica flirta leggera con l'ironia. La sua musicalità tradisce il rock per la musica contemporanea. O è vero il contrario?
È nata a Chicago, laureata giovanissima in scultura è divenuta a tutti gli effetti una artista newyorkese vivendo in prima persona la fulgente stagione artistica di questa città dai primi anni Settanta in poi. Dalle esperienze di poesia con William Burroughs e John Giorno, alle pionieristiche performance tra musica, arti visive, poesia e teatro -come artista di strada suonava, cantava e recitava su dei pattini con le lame piantate in due blocchi di ghiaccio: quando si scioglieva la performance era terminata-, fino alle collaborazioni con Philip Glass, John Cage, Frank Zappa e Wim Wenders. Un eclettismo dove le arti si mescolano e per Anderson si traduce anche nell'invenzione di strumenti musicali nuovi, come il suo violino elettronico.
Il successo internazionale arriva per caso, agli inizi degli Ottanta con "O Superman": nel pieno dei furori new wave, punk e dance, l'atmosfera rarefatta e minimalista del brano incanta gli ascoltatori. Il secondo posto nelle classifiche di vendita britanniche le permette progetti più complessi e più ambiziosi, che si snodano attraverso gli anni in dischi, film e spettacoli -tra cui la trilogia americana- e come questo ultimo "Delusion", dove Anderson affronta anche il nodo della recente scomparsa della madre, un momento esemplare del suo fare teatro.
Corealizzazione Santa Cecilia It's Wonderful e Romaeuropa Festival 2010
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