"Mozart, la notte delle dissonanze" conferenza a cura di Sandro Cappelletto, Paolo Baratta, Matteo D'Amico
"Il frutto di una lunga e laboriosa fatica"
"Vienna, 12 febbraio 1785. Una sera, nella sua bella casa a due passi dal Duomo, assieme a suo padre, a Franz Joseph Haydn, a due amici ottimi dilettanti di musica, Mozart suona, per sé, per il privato piacere di fare musica insieme, gli ultimi tre dei quartetti che dedicherà poi proprio a Haydn. Vi ha lavorato per oltre due anni e nella dedica, scritta in lingua italiana, ricorderà che queste opere "sono il frutto di una lunga e laboriosa fatica".Quando vengono pubblicati è l'ultimo dei sei a dare scandalo: come spiegare il mistero, l'audacia, delle ventidue battute introduttive dell'Adagio del Quartetto delle Dissonanze?
Non può averle scritte lui, sono senz'altro il risultato di un errore di stampa. E invece, soltanto lui ha potuto concepirle e realizzarle. Mozart, il primo compositore che guarda in faccia ed ascolta l'inconscio. Dirà Pierre Boulez: "La vita di Mozart è un esempio perfetto di quanto la preoccupazione di avere successo subito non debba condizionare la vita di un artista".
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